Non dobbiamo avere paura, andiamo a scuola per costruire cose belle. Continuare a farlo è forse una buona risposta a chi ha voluto solo distruggere.
Un abbraccio,
le maestre
La voce delle bombe
Non riesco a dire
nulla.
La mia mente non
riesce a entrare in quella di chiunque abbia messo quelle bombe, di chiunque
abbia intenzionalmente deciso di uccidere dei giovani che vanno a scuola. Non
riesco ad immaginare un disegno che abbia al suo centro l'uccisione a caso di
giovani che vanno a scuola. In questi termini è una cosa che non ha precedenti
in assoluto nè nelle stragi compiute da kamikaze in Israele, nè nelle stragi al
mercato di Saraievo nè in nient'altro delle cose più efferate che ci ha fatto
conoscere il terrorismo internazionale in questi anni; neppure nella strage di
Oslo. Il nome della scuola, l'arrivo della carovana della legalità, il
tribunale, il raket: se veramente queste cose si collegano alla bomba ci
troviamo di fronte a qualcosa di enorme.
Per ora sono solo
stordito.
Vorrei non dire
nessuna parola.
Vorrei che nessuno
di noi desse a questa bomba una voce che non può avere, un senso che non deve
avere. Penso che sia giusto manifestare soprattutto per dire che nessuno deve
toccare i giovani, che tutti noi siamo con loro, ma personalmente preferirei il
silenzio più rigoroso, che rimandi al mittente ed a noi stessi il senso della
determinazione di un popolo a difendere i propri figli.
Difendere i giovani
non ha bisogno di slogan.
Grazie, maestra Giusi, per aver pubblicato queste parole. Nessuno tocchi i ragazzi! nessuno tocchi i bambini!
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